giovedì 9 ottobre 2014

Il morso della vipera sarda: Sa Pibara


Ci capitava spesso da piccoli di rimanere impietriti quando, scorrazzando tra gli uliveti, ci imbattevamo in ciò che restava tra i sassi ed i rovi della muta di un serpente, quasi sempre una vipera.





 Rimanevamo fermi, come se quell'animale fosse ancora là, allontanandoci furtivamente, in silenzio ed i più coraggiosi con un pezzetto di quella pelle come un trofeo tra le mani. Atterriti come eravamo dalla presenza delle fiale di "antidoto" nei frigo di quei casolari, mai avremmo osato raccontare ai nostri iperstraultraprotettivi genitori di quel ritrovamento ben consapevoli che se lo avessero scoperto ci avrebbero interdetto per sempre l'accesso a quelle splendide distese di terra e roccia. 





Quando durante una lezione di geografia scoprii che in Sardegna non esisteva la possibilità di essere morsi da una vipera, perché non presente in quel territorio, ricordo la sensazione di lieve invidia provata per la libertà di quei bambini.





Chiacchierare con l'amico Riccardo della sua creatura, il (o la o "sa") Pibara mi ha risvegliato quelle sensazioni lontanissime indelebilmente stampate nella memoria. 
Devo essere sincero, neanche a lui l'ho detto, ma quando vidi per la prima volta pubblicate sul forum le foto delle sue creazioni ricavate da vecchi tappi di sughero, pezzi di legno e materiali di ogni natura non pensai che ci sarebbe mai stato un futuro per quegli artificiali.



 Io, ancora legato alla visione maniacale che ci portava a cercare tutti i colori di ogni modello, che ce lo faceva cadere dal cuore appena un pesce o un incidente ce lo scheggiavano o scartavetravano portandogli via pezzi della livrea e lui appassionato riciclatore che tirava fuori piccoli gioiellini da ogni materiale..




Ma la stoffa c'era, in verità, e si coglieva già allora soprattutto nella creatività e nel desiderio di scoprire nuovi movimenti e differenti geometrie.
Basta una notte insonne, la passione, l'esperienza maturata lanciando e rilanciando incessantemente alla ricerca della cattura della vita, un pezzo di legno, tanta curiosità e la manualità acquisita per fare che un'idea diventi immediatamente un oggetto e che quell'oggetto dia da subito splendide soddisfazioni..




E mentre chiacchieravo con Riccardo che mi raccontava la sua storia lo vedevo come un Mastro Geppetto collodiano intagliare il suo sogno, levigarlo, parlargli.. 
In mare poi quel movimento dapprima immaginato e poi ottenuto con un sapiente bilanciamento ed equilibrio tra lunghezza e peso dell'artificiale non poteva che ricordare l'andamento sinuoso di una serpente, una PIBARA.. 




Non è un long jerk nonostante ne abbia le dimensioni, non un wtd tradizionale a causa delle dimensioni e proporzioni che, in movimento, evidenziano alcune peculiarità non presenti nei wtd cui siamo abituati, non un popper o un needle ma qualcosa di differente caratterizzato da un grande sliding con rollio sul proprio asse ed un pronunciato vortice in coda durante le sbandate.. 




Affidato in silenzio alle cure di tanti amici spinner da subito si è rivelato particolarmente dotato di capacità attrattive soprattutto quando le esche tradizionali sembravano non riuscire a dire nulla..



Oggi, grazie alla tenacia del progettista, alla sua capacità di trasformarsi da autocostruttore intagliatore di balsa ad informatico, disegnatore al cad, grazie alla caparbietà tipica degli spinners (tutte caratteristiche racchiuse in Riccardo) ed al sostegno e l'esperienza di un grande professionista del settore, Blu Spin (che ha creduto ed investito nel progetto diventandone il produttore ed il distributore)   PIBARA è una scommessa giocata ed un sogno che si materializza trasformandosi in un artificiale di serie già disponibile in alcuni store..



Intanto i serra davvero svogliati quest'anno qua da noi, forse disturbati dallo scirocco incessante, sembrano gradire..



Chi avrebbe mai immaginato che dalla Sardegna sarebbe arrivata una piccola vipera a colonizzare 7500 km di coste?


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