martedì 25 marzo 2014

Charles Baudelaire: L'Homme et la Mer


Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer.
5Tu te plais à plonger au sein de ton image;
Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur
Se distrait quelquefois de sa propre rumeur
Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.
Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
10Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes;
O mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!
Et cependant voilà des siècles innombrables
Que vous vous combattez sans pitié ni remords,
15Tellement vous aimez le carnage et la mort,
O lutteurs éternels, ô frères implacables!


Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima
Nello svolgersi infinito della sua onda,
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
L’accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore
Si distrae a volte dal suo battito
Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
Siete entrambi tenebrosi e discreti:
Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi,
O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze
Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
Vi combattete senza pietà né rimorsi,
Talmente amate la carneficina e la morte,
O eterni rivali, o fratelli implacabili!

Charles Baudelaire, 1857


lunedì 17 marzo 2014

Sul mare..


E' una strana annata questa, una come non ne ricordavo da tanto. Mare tanto implacabile e furioso in un versante, quanto immobile nell'altro.


Onde enormi e venti quasi sempre oltre i trenta nodi ci hanno tenuto inchiodati con i piedi per terra ed impossibilitati spesso anche a lanciare i nostri artificiali tra quelle montagne d'acqua. E' qualcosa che non credevamo sarebbe mai arrivato, l'effetto dello scombussolamento climatico tanto gridato dagli scienziati che negli anni 80 ne preannunciavano l'inevitabilità.



I piedi per terra ed una canna tra le mani, facendo finta di tentare qualche lancio, ci troviamo spesso a vagabondare lungo le nostre coste ora troppo battute dal mare ora troppo quiete.



Nessuna cattura, soltanto qualche scatto a ricordo dei cappotti scippato al mare con il cellulare o con la macchinetta ma solo per ricordarci che il mare non sempre è cattura ma molto più spesso e immagini, suoni ed odori..

Giriamo tanto, corriamo, vagabondiamo, annientandoci nel lavoro, affogandoci di carte ma sempre, per fortuna, torniamo al mare.

mercoledì 5 marzo 2014

Saltwater Rusty Memories: a band of spinners


Il tempo trascorre inesorabile tra un post e l'altro e le giornate si susseguono incessanti come onde di una mareggiata o di una scaduta.. 


Tanto inesorabile da non accorgerci che spesso ne abbiamo lasciato moltissimo senza dare segni di vita.
Non gioisca chi aspetta di veder chiuso il blog, non succederà mai.. Siamo soltanto impegnati e questo ormai è qualcosa più di un blog. 
Eccoci qua quindi a soffermarci un istante, mettendo in pausa i veri impegni che ogni giorno ci travolgono, per dare un pò di spazio a questo spazio ed al gioco.



Le foto raccontano una delle nostre giornate, una di quelle in cui tantissimi amici da ogni angolo della Sicilia e Calabria si sparano centinaia di chilometri ed ore di viaggio in auto pur di trascorrere del tempo con i waders nella stessa acqua, tra le stesse onde.




Non un vero e proprio raduno, eravamo appena una ventina, più una battuta insieme in un mare ancora troppo forte e montante ma sempre emozionante.


Il senso che diamo al nostro sport è questo ed è anche il nostro personale modo di condividerlo liberi dai condizionamenti che spesso tolgono il gusto del sale. Solo del tempo insieme chiacchierando un pò delle innovazioni, dei marchi, delle fiere (chi ci è stato), dei prodotti che ogni anno il mercato di mette a disposizione. 




Discutendo di quanto noi spinners italiani e pescatori in genere siamo differenti dai nostri colleghi che già soltanto 2000 chilomenti più a nord lanciano le loro esche nelle acque francesi o spagnole. Qualcuno prova ad imparare qualcosa di nuovo mentre qualcun altro prova ad insegnarlo. 





Volano mosche tra risate ed artificiali. Si provano nuove strade, si cercano nuove sensazioni.

Questo ciò che raccontano queste poche immagini: il nostro tempo nonostante il tempo trascorso. Raccontano il piacere di ritrovarsi, un pò più salati, un pò più umidi della volta precedente ma sempre con una canna tra le mani, un artificiale in mare ed i piedi in acqua. 


Mi scuso per la qualità delle immagini e per il testo scadente ma ahimè non ci sono professionisti tra noi nè della fotografia nè tantomeno della scrittura (ed ho rubato alcuni minuti al lavoro per queste poche frasi), siamo gente di mare, semplice e questo sappiamo fare, divertirci a pesca.

Alla prossima..