lunedì 19 marzo 2012

The Masters of the Deep Spinning

C'è stato un momento nella nostra vita di spinners in cui, dopo quasi un ventennio di attività in giro per le spiagge della nostra Sicilia a tormentare e disturbare la caccia delle regine dei nostri sogni, le spigole, abbiamo scelto con consapevolezza di cambiare registro e provare ad indagare, ove possibile, gli strati d'acqua meno raggiungibili alla ricerca di prede che, normalmente non sono insidiabili specificamente.


Per molti chilometri della nostra costa, colpevole la cementizzazione selvaggia che ha caratterizzato il trentennio dal '70 a fine anni 90, non è facilissimo riuscire a trovare delle zone in cui la natura sia ancora padrona del territorio od in cui i pescatori subacquei non siano costantemente (ed illegalmente) presenti disturbando la fauna sottocosta, e laddove queste zone esistano sono state elette a parco naturale ed interdette alla pesca sportiva. Questo ci ha portato a girare tutta la regione alla ricerca di spot profondi e molto profondi (antisub) in cui poter sperimentare, alla ricerca di prede inusuali per lo spinning, una nuova forma ibrida tra quello che oggi è diventato lo shore jigging e lo spinning stesso..


Così, gioco forza, abbiamo imparato ad utilizzare una serie di artificiali che sino a quel momento non eravamo riusciti ad interpretare correttamente da terra. Questi piccoli minnow sono caratterizzati da un comune denominatore, il peso specifico molto elevato, sono cioè molto pesanti rapportati alla loro dimensione che difficilmente supera i 10 cm.



Come poter pescare correttamente a trenta metri di profondità? Con che attrezzature? A che velocità? Quali artificiali utilizzare?

Quello che io personalmente ritengo il re incontrastato delle scogliere è il Flitz 42, un piccolissimo minnow della Tackle House che con i suoi 42 gr. di peso in 9 cm riesce a raggiundere il fondo con una discreta rapidità e, grazie alla paletta molto robusta e voluminosa, ad indagarne gli scorci tra le rocce e le asperità senza rischiare romperla contro una di esse o di risalire troppo velocemente.
Al pari del Flitz altri piccoli minnows prodotti un pò da tutte le case più importanti svolgono egregiamente il compito.. Duplex, PinTail, Bomber, Gyodo Heavy Surfer, Duo Press Bait, Press Bait Saira vanno tutti bene allo scopo che, ricordiamolo, è quello di scendere a fondo velocemente vincendo la corrente ed attraversando il termoclino (a seconda della stagione e profondità di pesca).



In questi anni una delle cose che ho potuto comprendere è che non vale la pena oltrepassare la soglia dei 50 gr. di peso poichè questo richiederebbe l'utilizzo di canne particolarmente pesanti e poco sensibili sottraendo allo spinner la possibilità di "sentire" il movimento dell'artificiale con il rischio di lasciarlo immediatamente attaccato al fondo.

Io ho preferito utilizzare degli attrezzi robusti, che lanciassero sino a 2 oz (e poco più) con azione fast, che mi consentissero di poter gestire bene anche il recupero di artificiali intorno al lure range minimo ma che al contempo mi dessero una certa sicurezza in caso di combattimenti impegnativi con prede di una certa stazza. Staccare un dentice o una cernia da 7 kg. da 40 o 50 mt. di profondità e non in verticale non è un'impresa semplice tanto da poter essere compiuta con attrezzi con poco "manico" e vi garantisco mette a dura prova ogni singolo elemento del sistema di pesca, incluse le articolazioni del pescatore. A fondo il predatore è in enorme vantaggio, vede le rocce sotto cui intantarsi, le asperità contro cui tagliare il trecciato, sente la corrente da sfruttare a proprio vantaggio per raddoppiare o triplicare il proprio peso e sa che non sarà facile per noi trascinarlo in superficie.


In questa ottica bisogna affrontare la battuta pronti sempre alla più impegnativa delle situazioni. L'elemento più importante del sistema è senza dubbio il mulinello. In considerazione del fatto che nel caso di scogliere il fondale spesso presenta delle irregolarità molto pronunciate e massi alti anche una decina di metri impossibili da evitare con un recupero troppo lento, il mulinello dovrà essere veloce tanto da animare correttamente un artificiale pesantissimo, che altrimenti nuoterebbe senza produrre alcuna vibrazione o bagliore, e dovrà staccarlo immediatamente dal fondo.


Le caratteristiche fondamentali da tenere in considerazione nella scelta saranno in primo luogo il freno, potente per forzare il recupero, tarato correttamente sui carichi di rottura di treccia e terminale e sul max drag della canna, ed in secondo luogo il peso che dovrà essere quanto più possibile contenuto per aiutarci ad affrontare una battuta intera, con una tecnica pesante, centinaia di lanci e recuperi faticosi per ore senza uscirne con dolori articolari o lussazioni.



In questa direzione posso dire che nulla sino ad oggi è equiparabile ai top di fascia Shimano, Stella SW e Twin Power SW che racchiudono in sè tutte queste caratteristiche rendendo allo spinner la battuta più facile da affrontare anche sotto l'aspetto emotivo..

Parlando di artificiali, la prima fodamentale accortezza da avere nei confronti del nostro piccolo collaboratore è la sostituzione degli ancorotti con dei robusti ami di misura variabile tra il 3/0 ed 1/0, sostituzione che consiglio di praticare a tutti gli artificiali destinati alla roccia.
Questo ci consentirà di toccare il fondo in tranquillità e di ferrare molto meglio l'eventuale preda che non riuscirà in alcun modo a far cedere la parte finale del sistema di pesca, cosa invece molto probabile se la ferrata la si dà con un ancorotto.



Animare un artificiale a 40 mt. di profondità presenta non poche difficoltà oggettive.. Avremo un minnow da 40 gr. che si troverà a circa 70 mt. da noi ed a 40 mt. di profondità, questo si tradurrà, se le mie reminescenze pitagoriche non sono errate, in circa 80 mt. di treccia fuori che opporrà una discreta resistenza sia a causa del proprio peso che per la corrente molto spesso presente alle grandi profondità..
Sarà preferibile stabilire immediatamente il contatto con l'esca recuperando velocemente i primi 20 mt. per poi cominciare ad animarla con delle bacchettate secche impresse muovendo la cima della canna verso il basso. Questo movimento produrrà nell'artificiale delle accelerazioni repentine che mostreranno i bagliori del fianco a lunga distanza.
Tutta la partita si giocherà in circa 20 secondi di recupero durante i quali indagheremo la diagonale dal punto di caduta sino ai nostri piedi.
Qualora si dovesse avvertire attività dopo circa 10 secondi, quindi a 20 mt. dal fondo, converrà provare con un recupero abbastanza inusuale per un minnow ma molto proficuo con i jig da shore, il classico dente di sega, lasciando ricadere dopo una decina di giri della manovella l'artificiale nuovamente al fondo.. Indagheremo due distinte aree d'acqua attirando l'attenzione di palamite, tombarelli, alletterati e di tutte le specie che cacciano in continuo movimento nella fascia mediana.


In caso di contatto con la preda la reazione dovrà essere immediata senza esitazione e si dovrà essere certi che tutto il sistema di pesca sia tarato correttamente dando all'atrezzatura tutta la fiducia possibile..

Trovo questa tecnica, per quanto forse non proprio "fine" quanto la ricerca della regina, un modo diverso di affrontare lo spinning, più hard ma altrettanto sportivo. Di certo le catture, rispetto alle battute in spiaggia saranno nettamente inferiori ma le poche che verranno fuori ripagheranno di tutti gli investimenti..

Parola di marinaio... ;)


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