Non capita spesso di leggere storie di pesca legate all'Inghilterra ed io stesso, non mi vergogno a dirlo, non ho mai riflettuto sul fatto che, come era anche facile da intuire, su un territorio tanto vasto e con tantissime coste sicuramente vi erano anche grandi ed appassionatissimi pescatori. Leggendo la storia di Paul Adams mi sono reso conto di aver trascurato, dentro di me, quella parte di Europa che seppur così lontana da noi dal punto di vista climatico, non lo è altrettanto relativamente alla tradizione di pesca.
Paul Adams, 40 anni di Liverpool, è un altro di noi, uno di quelli che non riescono a starci proprio lontani dalla pesca, dal mare freddo che bagna le sue coste.. E proprio come per tanti di noi, la sua storia comincia con un vecchio nonno che arrotola su un pacchetto vuoto di sigarette, la sua prima lenza, i primi pochi grammi di nylon responsabili di tutta una vita trascorsa ad inseguire la cattura dei sogni.
Non ci era mai capitato, sino ad oggi, di incontrare un autocostruttore che alla domanda "Cosa fai nella vita" ci rispondesse "Il fotografo, lo scrittore, il cuoco e tutto ciò che non interferisca con la mia ossessione per la pesca". Ossessione.. Questa è la parola che caratterizza il rapporto di Paul con la pesca in genere.
La passione per l'autocostruzione risale a circa 5 anni fa, dopo un periodo in una sperduta isola scozzese durante il quale ha potuto sperimentare le proprie esche sino allo stremo. Da allora ogni "rifiuto" si prestasse alla lavorazione è stato trasformato in artificiale ed utilizzato con successo alla ricerca di grossi sgombridi, trote di mare e coley per cui non esiste un'essenza preferita ma una vera e propria necessità di riutilizzare ciò che è stato scartato da altri.
Sempre alla ricerca di nuove tecniche, ha imparato praticamente tutto dalla rete e condivide tutto nel proprio blog, senza segreti come quasi per restituire quanto appreso mettendo le proprie scoperte a disposizione della collettività.
Le ultime produzioni, quelle destinate al piccolo store online presente nel suo spazio web e visibili sulla pagina Facebook (su cui vi inviatiamo a dare il vostro gradimento) sono interamente in resina poliuretanica, resistentissime. Come visto per altri costruttori che utilizzano questo materiale, ogni esca prodotta richiede circa 2 settimane di lavoro con molti passaggi critici nella realizzazione ma il prodotto finito giustifica ogni momento del tempo investito e per questo motivo, laddove non utilizzi i propri artificiali, Paul acquista soltanto autocostruiti di altri luremaker.
Il suo sogno? Uscire ogni lunedì mattina alle 09,00 per andare a pesca e farlo per lavoro.. Noi gli auguriamo un sano in c... alla balena per i suoi sogni che, in fondo, sono un pò quelli di tutti noi..
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