sabato 28 aprile 2012

MOAB 85F

il MOAB (mother of all Baits) è un esca prodotta dalla DUO , si può tranquillamente vedere la versione 120 floating sul sito dell'azienda, il nome altisonante è dovuto allo spettro d'azione di questo artificiale, ossia essere il più versatile possibile, dalle acque dolci al mare, dalla trota alla spigola, il taglio della paletta permette a quest'ultima di essere molto più resistente e quindi di poter azzardare lanci in zone "pericolose. Quelle che vedete qua sotto invece sono le foto in anteprima del fratello piccolo


il Moab 85 è ovviamente lungo 8centimetriemezzo e pesa 7,8grammi con azione floating, sicuramente meno versatile come esca del fratello maggiore, ma nato per tutte le situazioni di pesce schizzinoso o meglio ancora di pesce un po' stronzo 






venerdì 27 aprile 2012

Tackle House Belzel

New Entry nella serie Contact di Tackle House , come altri artificiali di questa serie si presenta come un esca cattiva, nata per usi in condizioni difficili e prede energiche, lungo appena 100mm per un interessante peso di 36 grammi e armato con due ST66 del 2. il nuovo belzel grazie alle dotazioni di serie si presenta come un ottimo prodotto per la pesca offshore o un alleato per tutti quelli che praticano la pesca da terra in modo estremo. Bellissime le colorazioni come sempre 






giovedì 26 aprile 2012

We Want You ....

Vi vogliamo, vi stiamo cercando, non siamo mai sazi e siamo sempre curiosi, stiamo cercando come sempre nuovi costruttori di esche artificiali da intervistare, siamo sempre alla ricerca di artigiani da conoscere, se volete far parte della nostra selezione o se volete suggerire qualche costruttore, non esitate a farlo, mandando una mail a info@capitanrustyhook.com


We Want you, we're looking for you, we are never satisfied and we are always curious, as always we are looking for new lurebuilders to be interviewed, we are always looking for artisans to know, if you want to be part of our selection or want to suggest some lure artist, don't hesitate to do so by mail
info@capitanrustyhook.com

strange thing......




Strane cose si aggirano sul sito Seaspin, come questo nuovo mostro in stile matrix di cui si conosce solo la lunghezza, circa 13,5cm....
per il resto bisogna solo aspettare ;)



The Best Fly Fisherman of the World!


mercoledì 25 aprile 2012

C'erano una volta un bambino ed un mulinello...


C'era un bambino tantissimi anni fa, quasi 40, che girava per casa dei nonni e che in quella casa aveva un posto preferito in cui andare a rintanarsi. Lo si trovava spesso  nell'angolo in cui uno dei suoi zii, allora tutti giovani pescatori, riponeva la propria attrezzatura..


C'era un odore leggero di pesce salato in quell'angolo, c'era una canna in vetroresina rosso con il manico in pasta di sughero e gli anelli, ognuno dei quali pesava più della somma di tutti quelli che oggi montiamo sulle nostre sofisticatissime ed oltreoceaniche  rods, con l'interno in porcellana, legati sul fusto e ricoperti da colla per nulla trasparente e lucida e piuttosto molto simile all'immutato bostik. 



La placca era in metallo un pò segnata dall'ossido e tra i due anelli, uno dei quali non riusciva ad avvitare sino in fondo a causa di un piccolo difetto nella vite, era montato uno strano oggetto che aveva la particolarità per lui inspiegabile di compiere con la parte superiore più giri di quanti se ne facessero con la manovella.. Se ne stava in quell'angolino, il bambino, con due o tre copie di "Pescare Mare" sulle gambe , guardando le foto di quei pesci e di quei pescatori e girando ogni tanto la manovella di quello strano oggetto in metallo ancora appiccicoso per i residui di sale..



Se solo oggi potessi avere tra le mani quel mulinello.. 
Oggi so che era un Alcedo, ricordo la medaglia che ne caratterizzava uno dei due fianchi, e so che a circa 40 anni da quel bambino il pescatore che è diventato vorrebbe tra le proprie canne quella che, insieme allo zio paziente mentore e le sue vecchie riviste di pesca, fu l'innesco per la sua più grande passione. 



Mi hanno sempre attirato gli oggetti antichi perchè attraverso la loro evoluzione si percepisce come gli esseri umani si sforzino costantemente di utilizzare la propria intelligenza per il miglioramento della qualità della vita e credo che allora più di oggi sicuramente questi sforzi erano dettati dalla passione per la pesca piuttosto che dalla necessità di generare business lanciando sul mercato prodotti mal progettati dai costi esorbitanti pur di aggiornare annualmente i propri cataloghi. 


Al FIPO di Bologna di quest'anno, un pò in disparte, all'estremità del grande capannone che ospitava l'esposizione, c'erano loro, i collezionisti.. Ce n'erano davvero tanti, dimessi, in disparte, parlando solo con collezionisti e disturbati soltanto da chi, come me, non sapeva resistere alla tentazione di fotografare quegli strani pezzi di storia della pesca sportiva.


Il mulinello non ha sempre fatto parte della nostra cultura alieutica, non siamo sempre stati il paese che oggi sembriamo. Sino agli inizi del secolo scorso, i primi decenni del '900, questo strumento era sconosciuto ai più che pescavano in acque interne utilizzando il vecchio ed intramontabile bambù mentre la pesca in mare non conosceva il concetto di "sport". 


La diffusione vera e propria di uno dei nostri strumenti preferiti si è avuta con l'apertura verso gli USA, sempre tre passi avanti all'Europa in questo ambito. Ho scoperto, da una puntata vista su Caccia e Pesca, che la maggior parte delle fabbriche italiane, ne esistevano tantissime, erano in pratica ex fabbriche di armi riconvertite dopo la II Guerra Mondiale che avevano trovato un ottimo sbocco produttivo in un dopoguerra poverissimo..


C'è tanta storia dietro un mulinello e nel web vi sono tantissimi siti di collezionisti dedicati esclusivamente a questo che, nel tempo è diventato uno degli oggetti che maggiormente incidono nel budget di un pescatore e che lo separano dalla sua cattura da sogno..


Suggerisco a chi ne avesse voglia e tempo di fare un giro su internet cercando "mulinelli antichi" giusto per capire come eravamo, come erano quei pescatori italiani, possessori di quelle canne rosse in vetroresina responsabili di una gran parte di noi e delle nostre passioni.. Scoprirete un mondo di appassionati collezionisti che cerca di ricostruire la storia della nostra ossessione attraverso gli oggetti che l'hanno caratterizzata e che ancora oggi seppur con fogge differenti la caratterizzano..


Ringrazio l'amico Vittorio (mav975 per alcune delle foto pubblicate in questo post)


lunedì 23 aprile 2012

domenica 22 aprile 2012

Mark Ellyatt lures, Ecologically Fishing..


E' proprio vero che ognuno di noi ha la propria storia con un percorso del tutto personale che lo ha caratterizzato nella vita.. Sarebbe un errore, per quanto legittimo, pensare che a farci arrivare alle stesse conclusioni ed agli stessi risultati, possano essere sempre le stesse considerazioni e deduzioni.



 Così, c'è chi ha cominciato perchè non aveva i mezzi economici per acquistare gli oggetti della propria ossessione, chi perchè non ne trovava idonei al proprio specchio d'acqua ed alle condizioni in cui potervi pescare. Alcuni lo hanno fatto perchè vi hanno intravisto una possibilità di lavoro, altri per la sola soddisfazione personale di riuscire a essere protagonisti integrali delle proprie catture.. 


  Tantissime motivazioni, differenti percorsi per un punto di arrivo identico..
E se il punto di arrivo invece fosse quello di partenza? Questo sembra il caso di un Mark Ellyatt, collega pescatore danese di 29 anni che dell'autocostruzione ha fatto uno stile di vita.. Autocostruzioni non di esche ma di tutto o quasi tutto.. 
 Così, se si è abituati da sempre a realizzare gli oggetti per le proprie esigenze quotidiane, il passo alla costruzione delle esche è davvero breve e naturale.

 Si aggiunga a questo che Mark è un artista, uno di quelli che, pur di riuscire ad esprimere la propria arte, le dedicano integralmente tutto il tempo e lo spazio e si ha un quadro completo di questo giovane danese che, in funzione delle proprie passioni ha effettuato delle scelte molto forti che ricordano la storia di alcuni pittori francesi o newyorchesi e difficilmente condivisibili da chi non fosse egualmente infiammato.


Così ci racconta di abitare in un bilocale, di dormire sul divano e di avere dedicato tutti gli spazi della propria piccolissima abitazione alla costruzione di esche artificiali ed accessori per la pesca. Un aerografo preso nello studio di pittura in cui aveva lavorato per un anno, internet per studiare le livree da dare alle proprie creazioni e tanta dedizione..  
 Una cosa fondamentale cui tiene moltissimo, l'utilizzo di materiali che che porvengano solo ed esclusivamente da punti di raccolta per i riciclaggio. 
Così i tubi metallici, sfere in metallo di vecchi cuscinetti diventano rattle, pezzi di mobili in faggio si trasformano in artificiali, cucchiai da tavola rinascono come indulanti, vecchi pezzi di zanzariera ricoprono la superficie degli artificiali come una pelle squamosa e rugosa e così via dicendo..
 

 La produzione oscilla tra i 100 ed i 200 pezzi l'anno che vegono realizzata, se ho ben compreso, quasi esclusivamente su richiesta o scaturiscono da particolari esigenze ed idee..  

Alcuni degli artificiali sono visibili nel blog di Mark Ellyatt insieme ad altre delle sue creazionie Mark lo potrete contattare, se interessati alla sua produzione all'indirizzo email Fishnfiction@gmail.com


 Sostenere delle idee ecosostenibili fa sempre un grande piacere e questa in particolare, che anche in Italia qualcuno ha cominciato a portare avanti, è di certo una delle più vicine al nostro mondo di pescatori sportivi. 
 Tuttavia penso che se in Italia cominciassimo a riutilizzare i rifiuti, dopo averli civilmente divisi per tipologia come si fa in quasi tutti i paesi europei, per costruire artificiali da pesca a costo zero rischieremmo, grazie alla grandissima disponibilità di materie prime reperibili in ogni angolo del paese, di compromettere irrimediabilmente questa fetta del mercato mondiale. 

Fortuna che noi, a prescindere da tutto, i rifiuti preferiamo lasciarli in discarica e farli diventare un problema nazionale su cui ragionare per mesi.. :(

giovedì 19 aprile 2012

Follow fishing news, Follow Me, Follow Rusty

Come ogni buona "entità" che si rispetti, anche il Saltwater Rusty Memories ha la propria pagina sul social network del momento.



Sappiamo che in tanti siete avversi a questa nuova forma di comunicazione, lo eravamo anche noi, ed a questi di voi non chiediamo nulla.. Ma sappiamo anche che in tanti ci seguite anche là ed è a voi facebokkisti che ci rivolgiamo..


Cliccare su "mi piace" nella nostra pagina FB ci aiuta a ricevere molte delle info che pubblichiamo sul nostro blog facendoci crescere..
Vi aspettiamo, pertanto, e speriamo di veder crescere quel 393 sino a 100.000, nel frattempo restate online perchè stanno arrivando grosse, grossissime storie..



GoodBye Jose






via MC

martedì 17 aprile 2012

the Seaspin Day



Domenica nell'isola di Santa Antioco si è svolto il raduno Seaspin. Come ogni buon raduno che si rispetti il clima era sfavorevole, anche se per certi versi sfruttando i quattro lati dell'isola, ci si è messi al riparo del vento e dai marosi riuscendo a pescare con la risacca giusta. Il gruppo era abbastanza folto (circa 40 individui). Unico assente come al solito accede ai raduni, il pesce....
Non ricordo un raduno nel quale ci sia riusciti a fare un discreto carniere.


Da "inviato" del Capt. Rusty ho lanciato qualche sguardo indiscreto nelle cassette dello staff trovandoci delle novità veramente interessanti che ora proporremo. Il primo oggetto non identificato è questo prototipo di Popper che ancora in fase di sviluppo


Seaspin Lures ci ha già abituati a forme inconsuete (vedasi paletta e forma del corpo del Buginu) ma questo popper è davvero fuori dagli schemi, questa versione è lunga 140mm per 46 grammi ma parliamo di una versione ancora sotto test sul campo


Un altra novità che a breve troveremo negli scaffali è il mommotti 115 Slow Sinking, si tratta di un minnow di 115mm per 13 grammi con una paletta abbastanza lunga, questa forma ci consente di usare l'esca fino all'ultimo metro di recupero utile, caratteristica quanto mai utile quando si insidia la spigola dalla scogliera bassa,  profondità di nuoto 40-70 cm, uscita prevista per l'autunno 2012, probabilmente commercializzato con amo singolo (Gàmu SW Round hooks) 


Il mommotti 115SS tende ad affondare lentamente e come i suoi fratelli maggiori ha un'ottima tenuta della corrente. Un altra novità che mostriamo è quest'esca in silicone che sembra un gamberetto la cui coda ricorda quella di una sirena, lungo 4 pollici è in fase di sperimentazione. I primi test hanno dato ottimi risultati soprattutto con le spigole. Le due lunghe antenne e la caratteristica forma della coda conferiscono a quest'esca un particolare  affondamento attivo che risulta essere molto adescante



Molto intrigante anche la nuova versione del Buginu 55 che appare molto più "Fat" della vecchia, ma ricorda molto il suo fratello maggiore 140, il peso passa a 4,5grammi previsto per il 2013 profezie Maya permettendo 


Tante le novità di cui si è parlato e che, per ora non vi raccontiamo, ma state certi, saremo là per primi...
Stay Tuned. 




Vintage Rapalà




Rapala, Rapala,
 trovo fantastico questo video dal sapore vintage o vecchio o come volete dire voi.. anche la qualità del promo è ancora molto alta, questo fa pensare su quanto fosse avanti questa azienda

lunedì 16 aprile 2012

You Ask, Mr Adachi Answers!

Si è concluso da qualche giorno il settimo contest made by DUO  e devo dire che è stato uno dei contest più interessanti, dopo la nostra intervista al Lure Designer Mr Adachi, si dava la possibilità a tutti di rivolgere direttamente le proprie domande alla mente creativa dell'azienda giapponese, molto sono state le domande inviate, quelle che trovare nel sito della DUO sono le vincitrici, a essere sincero le avrei volute fare io :)



domenica 15 aprile 2012

I am obsessed with fishing................




Complimenti alla Vivid Wing Production per questo video, veramente ben fatto:)



Merci 24leurres

End of a Dream?

Oggi è uscito il nuovo numero di Catch Magazine, una delle riviste più belle di pesca a mosca, quello che distingue questo magazine online è fondamentalmente la qualità delle foto che è impressionante e il fatto di essere gratis, beh da oggi forse sarà solo la qualità delle foto visto che da questo numero il tutto diventerà a pagamento, non parliamo di prezzi alti, ma di soli 12 dollari all'anno, ossia due dollari per numero. 


Questo mi lascia abbastanza basito e mi confonde, se da una parte si può benissimo capire che nessuno ha voglia di lavorare gratis e che una rivista del genere abbia bisogno di tanta dedizione, dall'altra parte mi sento un po' tradito e la cosa non mi piace per niente. Credo che una rivista del genere avesse le sue entrate principali dalla pubblicità presente anche in maniera eccessiva, ma finché si trattava di una rivista gratis questo era giustificabile, come era giustificabile la quasi totale mancanza di contenuti se non l'impressionante qualità delle foto, di cui credo rimanga una se non la miglior rivista presente sul mercato. 12 dollari non poi molti anzi ma questo non mi distoglie di pensare che sia la fine di una bella favola, fin troppo bella per essere vera. Facendo un discorso molto più obiettivo rimane da vedere con curiosità quale sarà il futuro di questa nuova iniziativa, che mi risulta essere la prima in questo settore, forse porterà a un miglioramento del progetto o forse no, solo il tempo potrà dire quale sarà la verità, ma io sinceramente rimango con un amaro in bocca che difficilmente se ne andrà.....

Bye Bye Catch Magazine 

sabato 14 aprile 2012

Paul Adams, an Englishman and his passion..




Non capita spesso di leggere storie di pesca legate all'Inghilterra ed io stesso, non mi vergogno a dirlo, non ho mai riflettuto sul fatto che, come era anche facile da intuire, su un territorio tanto vasto e con tantissime coste sicuramente vi erano anche grandi ed appassionatissimi pescatori. Leggendo la storia di Paul Adams mi sono reso conto di aver trascurato, dentro di me, quella parte di Europa che seppur così lontana da noi dal punto di vista climatico, non lo è altrettanto relativamente alla tradizione di pesca.



Paul Adams, 40 anni di Liverpool, è un altro di noi, uno di quelli che non riescono a starci proprio lontani dalla pesca, dal mare freddo che bagna le sue coste.. E proprio come per tanti di noi, la sua storia comincia con un vecchio nonno che arrotola su un pacchetto vuoto di sigarette, la sua prima lenza, i primi pochi grammi di nylon responsabili di tutta una vita trascorsa ad inseguire la cattura dei sogni.



Non ci era mai capitato, sino ad oggi, di incontrare un autocostruttore che alla domanda "Cosa fai nella vita" ci rispondesse "Il fotografo, lo scrittore, il cuoco e tutto ciò che non interferisca con la mia ossessione per la pesca". Ossessione.. Questa è la parola che caratterizza il rapporto di Paul con la pesca in genere.





La passione per l'autocostruzione risale a circa 5 anni fa, dopo un periodo in una sperduta isola scozzese durante il quale ha potuto sperimentare le proprie esche sino allo stremo. Da allora ogni "rifiuto" si prestasse alla lavorazione è stato trasformato in artificiale ed utilizzato con successo alla ricerca di grossi sgombridi, trote di mare e coley per cui non esiste un'essenza preferita ma una vera e propria necessità di riutilizzare ciò che è stato scartato da altri.



Sempre alla ricerca di nuove tecniche, ha imparato praticamente tutto dalla rete e condivide tutto nel proprio blog, senza segreti come quasi per restituire quanto appreso mettendo le proprie scoperte a disposizione della collettività.




Le ultime produzioni, quelle destinate al piccolo store online presente nel suo spazio web e visibili sulla pagina Facebook (su cui vi inviatiamo a dare il vostro gradimento) sono interamente in resina poliuretanica, resistentissime. Come visto per altri costruttori che utilizzano questo materiale, ogni esca prodotta richiede circa 2 settimane di lavoro con molti passaggi critici nella realizzazione ma il prodotto finito giustifica ogni momento del tempo investito e per questo motivo, laddove non utilizzi i propri artificiali, Paul acquista soltanto autocostruiti di altri luremaker.



Il suo sogno? Uscire ogni lunedì mattina alle 09,00 per andare a pesca e farlo per lavoro.. Noi gli auguriamo un sano in c... alla balena per i suoi sogni che, in fondo, sono un pò quelli di tutti noi..