Inizio Maggio.
Troppo tempo che non mi prendo una pausa dallo studio.
Da settimane tengo ormai d’occhio il meteo per quei giorni, sapendo che saranno gli unici libero che avrò per parecchio tempo.
Sono lontani ormai gli anni dove non capivo il significato della frase “non ho tempo”, e solo adesso mi accorgo che sarà sempre peggio.
E’ giovedì, è tutto programmato da giorni, niente di speciale certo, ma una tendata in compagnia di due amici veri, quando non vedi il mare per mesi, è qualcosa di indescrivibile.
Si prende il treno per tornare a casa, e con l’immancabile mezz’ora di ritardo, si va a letto un po’ incazzati.
La mattina è un’altra cosa, ci si sveglia presto, si prepara tutto alla perfezione, e si aspetta la conferma dal compagno, “Alle 15 ai bidoni”, dice il messaggio.
Si parte, uno scambio rapido di saluti e ci siamo. Le scogliere che sogni per settimane non sono più un miraggio.
Si piazza le tende, è tutto pronto. La troppa voglia di partire ci ha fatto arrivare tremendamente in anticipo.
Il tempo è quello giusto, classica giornata estiva, con leggero maestrale in fase di rinforzo.
Si jigga sul fondo, quasi senza pretese (almeno per me).
Si aspetta il tramonto.
Si ride e si scherza pensando alle tante tendate fatte insieme gli anni prima.
Dall’inizio dell’anno è la prima pescata seria a barracuda che facciamo, per tutti e tre. Sembra impossibile pensare alla differenza di disponibilità di tempo che avevamo solamente due anni fa. Purtroppo si cresce.
Con il buio ci facciamo più silenziosi, adesso non si scherza più. Di chi sarà il primo?
Si lancia, si lancia. Ma ancora niente.
Alla mia destra sento Federico, “Eccolo”, dice sottovoce, quasi per non disturbare quello stupendo spettacolo che siamo vedendo.
Come sempre qualche dibattito sul tenerlo o meno, alla fine sarà il PDG a vincere, il Partito Della Griglia.
Si lancia ancora, ma ormai la fame inizia a farsi sentire. Sarà l’unico barracuda della serata.
Per cena barracuda e salsicce alla griglia, e via di corsa a letto, sveglia dopo 4 ore.
Si dorme pochissimo, almeno per me, sento ronfare beatamente Jacopo.
Ho sempre invidiato questa sua capacità di dormire ovunque e comunque, fin da piccoli, quando i miei genitori ci lasciavano in riva al mare la sera d’estate per pescare qualche oratella, per poi venirci a riprendere intorno a mezzanotte, trovando puntualmente Jacopo addormentato sopra un telo.
Sento una mano che mi sveglia, è quella di Federico, che a voce bassa mi dice “[i]Ne ho slamato già uno[/i]”. Mi alzo di scatto, tempo un paio di secondi per afferrare il concetto, e via giù di corsa.
Passano i minuti ma niente, inizia a farsi giorno. Con calma si alza Jacopo, chiede se si è perso qualcosa, ma noi rispondiamo con un no secco, quasi scocciati della sua calma.
Sempre più luce, si lancia a ripetizione.
Finalmente la botta che aspettavo da settimane! Niente di che, recupero, qualche testata, barracuda, penso tra me.
Mi devo subito ricredere, dopo qualche attimo il pesce parte a destra, mi prende completamente sprovvisto. Non capisco più niente, assecondo la fuga, poi pompo, pompo, ancora qualche metro di frizione.
La mia prima palamita.
Sono al settimo cielo, mai mi sarei aspettato un tunnide, pensavo fossimo ormai troppo avanti con la stagione.
Qualche foto e il rilascio.
Nemmeno il tempo di scattare questa foto che è il turno di Jacopo, un barracuda non male, ormai quasi in pieno giorno.
Via anche lui in mare.
Ormai la luce aumenta, penso proprio che le emozioni siano finite.
Il meteo è leggermente cambiato, un leggero vento da Sud, porta qualche nuvola e muove leggermente il mare.
Ci pensa di nuovo Jacopo a farmi cambiare idea, con una preda insolita, a chiudere questa giornata.
Ormai luce ce n’è troppa. Ha poco senso continuare a pescare.
Torniamo alle tende e iniziamo a rinfilare tutto negli zaini, con la speranza e l’illusione di tornare presto.
Con questo unico report partecipo al contest.
Ciao, spero vi sia piaciuto.
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