Da piccolo credevo nei draghi . . .
. . .
poi un giorno mi dissero che non esistono; per fortuna esiste un modo per tornare piccoli.
Nella vita capita di provare emozioni veramente intense, come la prima volta che fai l'amore, la prima caduta dal motorino, il primo esame universitario o la laurea.
Da quest'estate ho iniziato a praticare la pesca a spinning che, oltre a farmi conoscere tante belle persone ed a farmi stare bene a contatto con la natura, oggi mi ha regalato un'altra di quelle emozioni.
Mattina di pesca al lago, trovo pesci molto apatici perciò decido di spostarmi un uno spot che ho scoperto da pochissimo che ero convinto promettesse molto bene e slamo subito un gran bel bass.
Continuo a lanciare il mio fedele Martin n. 9 fino a quando, dopo un lancio sotto ad un albero che sporge sulla riva alla mia sinistra, ha inizio una bella battaglia caratterizzata da sfrizionate, paura e coraggio.
Dopo aver ferrato e tirato la lenza verso di me, mettendomi anche un po sulla punta dei piedi per vedere meglio, incrocio lo sguardo con il suo; lui parte, la frizione parte ed il sangue presente nelle mie gambe si gela.
Nonostante l'attrezzatura da pesca al bass (canna Daiwa Crossfire 7-21 gr e mulinello shimano exage 2500) riesco a portarlo a riva.
Faccio due foto veloci alla meno peggio per rilasciare velocemente questo animale leggendario senza stressarlo troppo.
I draghi esistono, sono solamente diventati delle splendide principesse.
Misura stimata 80/90 cm per almeno 6 kili.
Una foto di ciò che è rimasto del Martin
Per darvi un idea dell'adrenalina che avevo in corpo vi dico che questo era il mio secondo luccio; questo invece è il primo, preso un paio di settimane prima
Non cè due senza tre e quindi il giorno dopo. . .
e naturalmente nel giro di un paio di settimane ho subito provveduto ad acquistare (su mercatino) una canna più potente.
Salvaguardiamo questi animali straordinari; sempre cavetto d'acciaio e sempre C&R.
Ciao a tutti
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