Essere
per mare, in navigazione o in waders o sulle rocce aspettando il passaggio dei
predatori amanti della penombra, all'alba o al tramonto fa di noi pescatori una
categoria particolarmente fortunata.. Trovarsi davanti ad alcune delle
espressioni più mozzafiato della natura mentre si sta godendo del proprio hobby
moltiplica il piacere e ci pone ad un livello di percezione e fruizione del
mare del tutto differente rispetto a tutti coloro che lo vivono, come noi, in
superficie..
Collezioniamo inconsapevolmente centinaia, migliaia di albe e
tramonti ed ogni volta ci soffermiamo come in uno stato di sospensione emozionale quando
ci troviamo in uno di questi momenti, un'apnea, e non c'è lancio o preda che possa rubarci
quei secondi di meraviglia. Uscire all'alba o trovarsi addirittura già in mezzo
al mare nel momento in cui il sole sorge dà immediatamente il senso di
completezza, come se "va già bene così"..
Noi non siamo mai stati
pescatori da preda e ad appagarci basta una scena di caccia a pochi metri dalla
scogliera, un branco di lecce che seguono i nostri popper, un pescespada che
salta a pochi metri da noi liberandosi dell'inchiku o un combattimento con una
spigola che riesce ad aprire un ancorotto.. Questo ci basta e non è poco..Va
detto che le catture come per tutti non ci dispiacciono anzi è esattamente il
contrario ma non sono parte integrante della "nostra" giornata..
Nostra tra virgolette perchè è la nostra, siamo noi ed il nostro tempo.. Noi
dopo una settimana di attesa (quando va bene), di studio, di acquisti
ottimistici.. Noi con i nostri rituali, con le nostre battute ma soprattutto con
il nostro elemento, il mare.. Cerchiamo sempre la foto da inserire nella nostra
memoria e non sempre il pesce è incluso anzi non è mai il soggetto fondamentale.
La giornata di ieri è trascorsa troppo velocemente forse, come tutte quelle in
cui stiamo bene, il mare ci ha ancora una volta premiato entrambi confermandoci
che a volte bisogna proprio crederci o non si ottiene nulla. In questo devo
ammettere che Davide è uno tosto, uno che non molla mai e che punta sempre più
in alto. Acqua in faccia sempre contro vento e freddo, cercando di
allontanare il traguardo il più possibile per come nella pesca (ed in tutte le passioni) si deve
fare..
Credo che la definizione giusta per lui sia "INARRESTABILE".
Si deve spingere,
sperimentare, provare ed a volte è davvero difficile restargli dietro
soprattutto quando dopo una giornata di 12 ore in mezzo al mare lui si ferma
per "un'ultima cala" con quel guizzo di intuizione, dopo aver letto
sull'eco un meraviglioso fondale con uno strapiombo di 20 mt . "Ultima" come gli "ultimi 5
minuti" che ci diamo prima di alzarci dal letto per iniziare il giorno di
lavoro.. Così, sul tramonto, sul filo della resistenza fisica e della praticabilità, un paio di ultime cale, un paio di inchiku nel blu,
lui un autocostruito mentre io uno dei miei preferiti. A volte bisogna cullarli
gli artificiali, a volte scuoterli come jig, a volte percepiamo la presenza dei
predoni e li sentiamo farci beffe di noi. Ci sono volte in cui basta variare
davvero poco per ottenere la loro attenzione e forse la scelta di colori in
funzione della profondità e della ormai poca luce diffusa dall'inizio del
tramonto..
Alla fine le ultime due grandi catture a far da sfondo ad un'altra giornata tanto splendida quanto sfiancante..
Come sempre ringraziamo il nostro mare che anche questa volta ci ha voluti
premiare e giriamo la prua verso terra, un gelato e poi si ritorna nella vita
"reale".
Purtroppo non sono molto bravo a scrivere report che
raccontino la pescata fine a se stessa, non amo scrivere del "cosa", del "come" e del "con che" ma mi piace raccontare il mio
personalissimo modo di vivere la pesca in genere per cui non odiatemi se anche
questa volta vi ho tediato..
Alla prossima..
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