C'era un tempo in cui pescare a spinning significava
lanciare un artificiale e recuperarlo in maniera lineare, più o meno
velocemente dando al moto una parvenza di personalizzazione.. Ricordo che
alcuni commercianti, i più fantasiosi, consigliavano ai novelli spinners che si
cimentavano nella tecnica di recuperare la propria esca canticchiando una
canzone in mente e rispettandone i tempi.. Consigliavano di cambiare brano di
lancio in lancio per scoprire quale fosse il "tempo" migliore per un
recupero perfetto..
Oggi penso a quei consigli ascoltati nei piccoli negozietti
e non nego che dentro di me sorrido.. Sorrido pensando a quanto difficile
potrebbe essere oggi per quei negozianti trovare il "tempo" o il
"brano" adatto ad un long jerk, ad un jig minnow, ad un wtd..
Eravamo
davvero differenti tanto tempo fa, tanto da accogliere con la peggiore
diffidenza esche che oggi non possono mancare nelle nostre cassette.. Non
riuscivamo a credere che una "saponetta" potesse rivelarsi la
soluzione migliore per una leccia, non avremmo mai potuto immaginare che un
artificiale senza paletta, senza moto proprio potesse risultare funzionante..
Sono trascorsi anni ed oggi la pesca in top water, la preferita dal nostro
capitan Rusty, è senza dubbio diventata la più spettacolare e la più amata dagli spinner di un certo livello.. Nella pesca in top
water i sensi interessati sono tanti, molti più di quanti non coinvolgano il lancio
di un minnow..
La vista, la nostra a quella predatore.. La nostra che segue immancabilmente
l'artificiale nel suo incedere e quella del predatore che spesso vediamo seguirlo
arretrato di mezzo metro..
L'udito, vogliamo mettere il piacere di quel
"pop" "splash" che i nostri popper emettono ad ogni
tratto.. Ed anche là i nostri occhi fissi a controllare che gli schizzi siano
ampi, che venga spostata tanta acqua..
Poi ci sono i wtd, splendidi, più o meno
affondanti per pescare sul pelo dell'acqua o un paio di centimetri sotto, con
quel loro sciacquettìo superficiale e quell'incedere ubriaco, largo o stretto a
seconda del lavoro delle nostre mani.. Per un caso o forse no, gli artificiali
da topwater sono anche quelli più costruiti, quelli in cui tutti gli
autocostruttori hanno cominciato a cimentarsi..
Tra questi autocostruttori c'è
anche Keisuke Kimura, proprietario del marchio Adapter Works.. Lo abbiamo
tartassato di domande e ci ha risposto.. Non molto in verità a causa della
barriera linguistica conto cui molto spesso ci troviamo a battere quando
intervistiamo un costruttore nipponico..
Quello che siamo riusciti a
comprendere è che la pesca in topwater è senza dubbio quella cui Kaisuke Kimura
preferisce dedicare le proprie creazioni.. Nella vita odontotecnico nel resto
del tempo bassman autocostruttore di esche in legno che lui definisce
inestimabili.
La passione per la costruzione ha prodotto in oltre 15 anni di
attività, oltre 40 modelli, alcuni dalle linee un pò "heddoniche" altri
meno ma tutti comunque destinati alla pesca di superficie.
Per la realizzazione
di ognuno dei suoi articoli, lavorati in ogni passaggio a mano, sono necessari
circa 30 giorni di lavoro..
Questo produce un volume discretamente basso per
anno, non più di 150 pezzi tra tutti i modelli visibili sul sito che ospita
anche una sezione blog ed una shop..
Chi volesse provare ad acquistare una delle
sue esche, che non sono mai state vendute al di fuori del Giappone, può provare
a fare un salto sul sito Adapter Works contattare il costruttore via email all'indirizzo
adapterworks@gmail.com
Grazie a Kaisuke Kimura per essersi lasciato stressare e per aver provato a risponderci...
adapterworks@gmail.com
Grazie a Kaisuke Kimura per essersi lasciato stressare e per aver provato a risponderci...
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