venerdì 5 aprile 2013

HMKL: Hand Made Kazuma Lure

Mi domando spesso, leggendo alcune storie in giro per il web ed ogni volta che scoviamo qualcosa di particolare, cosa abbia impedito allo spinning di attecchire anche nel nostro paese con la stessa forza e con le stesse radici che ne hanno favorito la diffusione al di fuori dell'Italia.




Tutti conosciamo la storia che ormai perde la propria origine nella notte dei tempi di aziende come la Rapala, la Heddon, Rebel, Mann o Shakespeare ma che facevamo noi italiani nel frattempo? 
Me lo sono sempre chiesto.. Il grande genio italiano, quello che ha creato ed imposto   al mondo intero i propri prodotti, cosa faceva mentre in tutto il mondo moltissime aziende partite da un pezzo di balsa ed un coltello sviluppavano business milionari e diventando multinazionali della pesca?




Siamo in una penisola che, a quanto mi raccontano i miei ormai vecchi mentori alieutici, era sino ad una trentina di anni fa un vero e proprio paradiso per qualsiasi pescatore e per ogni tecnica.. Allora come mai, nella storia non recente, non esiste nulla di italiano oltre qualche sparuto autocostruttore un pò datato e neanche tanto fantasioso? 


Come mai negli ultimi 30-40 anni in tutto il mondo dalle Americhe al Giappone passando per l'Europa in tanti sono riusciti a creare qualcosa di speciale mentre noi siamo rimasti, nonostante il nostro pescosissimo mare, la quantità smisurata di coste e le splendide acque interne dei semplici fruitori neanche tanto evoluti di quanto altri producevano nel resto del mondo?




Sono domande che mi sono spesso fatto e forse sono frutto di quella piccola arroganza che ci porta a volte davanti un quadro che ha fatto la storia dell'arte a pensare "avrei saputo farlo pure io"



Evidentemente non siamo stati in grado di farlo quel quadro. Nonostante da quasi 30 anni ci sia chi lancia artificiali in mare, in laguna, in torrente ed in lago  evidentemente siamo ancora troppo poco convinti di quanta possibilità offra questo comparto in cui esprimere la nostra creatività..


La domanda mi è tornata a girare in mente quando ho sfogliato il sito della HKML (acronimo di hand made Kazuma Lure) azienda nipponica e brand storico del Sol Levante che nel proprio logo ci tiene ad evidenziare, a ragione, "since 1974".



E' una vecchissima azienda che, prendendo spunto dal successo di Rapala, circa 40 anni fa ha cominciato a realizzare artificiali propri avendo sperimentato durante una battuta di pesca la grandissima efficacia dei minnows finlandesi in una giornata in cui i bass non volevano proprio saperne di mordere altro..



Le linee guida di HMKL sono state davvero poche e di una ovvietà disarmante che oggi forse sembrano anche un pò troppo vintage ma che evidentemente, visti i risultati ottenuti, non lo sono.



Artificiali la cui forma fosse semplice, lineare, in cui spesso si nasconde bellezza di un oggetto. Artificiali il cui aspetto fosse il più naturale possibile per scatenare il naturale e primordiale istinto della predazione. 



Artificiali non troppo voluminosi per offrire al predatore la sensazione di una cattura più "semplice". La consapevolezza che la ricerca e la sperimentazione sono elementi indispensabili per ogni sviluppo futuro e pertanto non arrestabili. 



Quattro semplici ingredienti che hanno fatto di un progetto nato nel 1974 in Giappone, un marchio storico destinato a veri amanti della tecnica pura e del piacere del legno.



Tra le altre cose va anche detto che Kazuma Izumi è stato il primo pescatore giapponese a partecipare al Bassmaster dal 1987 al 1991 per un totale di 24 competizioni performando sempre ad altissimo livello e costruendo la fama di un artificiale mitico, il Pop-R della Rebel, di cui porto alla ribalta una sua personalissima interpretazione insieme alla reinvenzione dello spinnerbait a cui per primo applicò  un piccolo pesce con gli occhi. 




Ha collezionato titoli e vittorie internazionali in una quantità impressionante di competizioni da far impallidire qualsiasi angler ininterrottamente sino al 2000.





Parlare di Kazuma Izumi significa però anche parlare della sua grandissima volontà di condividere e di trasmettere la propria passione.. Nel 1984 assieme ad altri tre autocostruttori tra cui Isao Matsumoto, la pubblicazione di uno splendido libro, un manuale per l'autocostruttore, "The Minnow Making" che consegnò in Giappone gli autori alla leggenda.



Di chiarissima vocazione freshwater ma con una parte della produzione destinata anche al sale, le esche di Kazuma oggi sono disponibili nel suo store online  ma soltanto in resina a meno che non si abbia la voglia e la possibilità, per ottenerne una di quelle originali in balsa, oggetto di venerazione da parte dei collezionisti nipponici ed americani, di spendere dai 400 ai 2.000 e più dollari..




Vedere le foto del negozio mi ha fatto piombare in uno stato di assoluta depressione e mi sono immaginato i nostri negozi, piccoli guazzabugli di materiali accatastati spesso puzzolenti di esca morta, di marciume.. 




Caldi e soffocanti antri in cui entrare con la consapevolezza che non si troverà quasi di certo nulla di quanto si cercava.. 
Non voglio essere polemico ma le foto di questo punto vendita mi hanno davvero scioccato, mi sono sentito davvero troppo indietro soprattutto perché questo ordine e questa pulizia sono concetti che in Italia non riusciamo neanche ad immaginare associati ad un esercizio commerciale legato alla pesca sportiva..





Il paragone è sempre dietro l'angolo e la risposta è sempre la stessa: 
noi italiani siamo dozzinali, sempre ed in ogni espressione della nostra vita.. Lo siamo quando a pesca vestiamo male, con abiti lisi, quando lanciamo di tutto, quando scriviamo su pessime riviste che al 70% offrono soltanto pubblicità, quando realizziamo video orribili ed inascoltabili o teniamo i nostri negozi puzzolenti.. Campioni del camuffamento.. 

Nel frattempo il mondo della pesca si riempie di vere leggende, mai italiane, che esistono anche se non le conosciamo ed alcune delle quali abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistare pubblicandole nel nostro piccolo spazio. Personaggi che pensavamo inaccostabili e che invece si sono rivelati esattamente l'opposto. 

La cosa davvero buffa è che, nel mondo, quando vogliono dare ad un prodotto un certo alone di preziosità, nonostante noi tutto siamo tranne che eleganti, geniali, onesti e preziosi, continuano a battezzarlo con un nome italiano.. 
Un vero mistero...

3 commenti:

  1. Non concordo del tutto, specie sullo stile generale.
    Quelli "vestiti male" sono sempre gli stranieri, all'estero basta guardarsi intorno per capire chi è italiano. Anche un semplice maglione fa la differenza rispetto a magliettone sformate, sandali e calzini bianchi!

    E comunque difendo a spada tratta l'uso di roba vecchia e confortevole a pesca! Non vedo perché si debba ricorrere a tutti costi ai cosiddetti "capi tecnici", quando si tratta spesso e volentieri di quello che un tempo si chiamava con disprezzo "sintetico", da non confondere con i ben più nobili lana e cotone!

    I miei Jeans Levi's sono ancora lì, dopo venticinque anni, a difendermi da rovi ed ortiche, a dispetto di tanti "capi tecnici" distrutti al primo ostacolo serio.

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    1. Scusami ma non capisco dov'è che ho scritto che non si debba pescare in jeans... "Abiti lisi" significa altro.. Non significa che siamo costretti ad indossare quelli che tu definisci "capi tecnici" che alla fine altro non sono che capi che consentono un maggiore confort in pesca.. ..
      "LISI" significa strappati, malconci, laceri.. Ognuno è libero di indossare ciò che crede più comodo a pesca ma non travisiamo quello che ho scritto ed il cui significato, in italiano, è ben chiaro..
      Poi, per esperienza personale che sono disposto a confutare in qualsiasi sede e con chiunque, pescare per 12 ore in barca ad agosto con una camicia "tecnica" è UN MILIONE di volte meno pesante che con una magliettina del mercatino.. Ma questi sono punti di vista..

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  2. Hi there! Do you have any idea where I can buy them in Europe? It's hard for me to order them from Japan(too much time to wait and taxes) Thanks!

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