lunedì 29 luglio 2013

Inchiku: Non erano tonni ma sogni..


Se l'uomo non sognasse, se non bramasse al miglioramento di giorno in giorno, se non alzasse in continuazione il tetto dei propri desideri probabilmente oggi vivremmo in un mondo non evoluto e molto simile a quello in cui vivevano i nostri nonni. E' il sogno il motore di ogni nostro gesto e proprio il popolo dei pescatori, tra i tanti che compongono l'umanità, è quello che probabilmente sogna più di tutti. Sogniamo in ogni istante in cui la nostra mente non è di fatto impegnata. Speriamo nella cattura della vita in ogni battuta, ad ogni lancio, ogni cala, mille volte al giorno, sempre credendoci sino in fondo. 


Siamo così noi pescatori, romanticamente schiavi di un sogno che più o meno consapevolmente alimentiamo di giorno in giorno perché sognare non costa nulla e nel sogno tutto ci è concesso.. Sono ancora le tre quando la sveglia interrompe il mio sonno inquieto di pre-pesca. Le tre e già le speranze maturate cominciano a prendere forma. Apro la finestra per controllare l'esattezza delle previsioni meteo e l'assenza di vento, guardo il cielo ancora buio per essere certo che tutto sia come lo abbiamo immaginato per una interminabile settimana in cui qualche serra catturato a spinning ci ha consolato. 



Le condizioni sono buone ma per noi cacciatori del mare è cambiato molto in questi pochi giorni dato che inconsapevolmente sabato scorso è andata in fumo anche l'ultima possibilità di ferrare e portare a terra il nostro Tonno. Dopo appena un mese dall'apertura, le scarne quote assegnate a noi sportivi (o ricreativi come siamo un pò comicamente definiti adesso) sono state raggiunte e la pesca è stata bruscamente chiusa facendo dileguare altrettanto bruscamente e per un altro lunghissimo anno i nostri sogni di catture a tre cifre. Il Gigante Rosso è rientrato nuovamente tra gli intoccabili del mare e noi rispettosi delle regole lo terremo lontano dai nostri terminali per 11 mesi. Alle 4 del mattino io ed il mio compare inseparabile di vita e di sale siamo già in auto, ottimisti come sempre. Abbiamo pianificato ogni momento della nostra uscita. La rotta è stata studiata in base a come i venti batteranno il tratto di mare ampissimo che abbiamo deciso di attraversare. Questa volta raggiungeremo quello che ci è sembrato, almeno dalle carte ed in tutta una settimana di valutazioni, discussioni telefoniche e sogni, uno spot potenzialmente proficuo. C'è tanta strada da fare, un paio d'ore di navigazione verso un'altra grande alba in mare.. Alle 8,30 siamo in pesca, soli nel nulla assoluto, con un vento leggero a rinfrescare quella che si prevede sarà una giornata calda ed afosa, un'onda lunga e poco profonda ogni tanto battendo sullo scafo interrompe il suono stridente delle nostre trecce che scivolano verso il fondo. Abbiamo deciso di pescare a 160 metri di profondità, abbiamo armato i nostri inchiku più pesanti con octopus enormi ed ami Cutlass del 3/0 e 5/0. 


Esagerati come sempre ma chi non sogna perde una parte importante della vita. Dicevano i latini "Fortuna audaces iuvat" "la fortuna aiuta chi ha coraggio" e forse è la cosa in cui noi più di tutto crediamo. Non ci interessa la cattura a tutti i costi e questo distacco dalla performance ci consente di raggiungere quella libertà necessaria alla sperimentazione. Se si rimane attaccati alla necessità di catturare, se si resta ancorati a quello che altri hanno scoperto e non si sogna, non si andrà mai avanti.. Ovviamente per ore il nulla assoluto, silenzio totale sui nostri artificiali che immaginiamo soli in quel buio sconfinato. E' un secondo che cambia la storia ed in un istante il silenzio diventa inferno. Una fortissima botta strappa via il mio inchiku in prossimità del fondo, una ferrata ed un'altra e.. Ci siamo.. Il peso che avverto all'altro capo della treccia è esagerato, si muove, sale per un paio di metri e poi via come un missile facendo piangere il mio BX400N e piegando la Crostage sino al limite. Un minuto e non so come Davide è già risalito pronto con il raffio ed in attesa ma lui, il pesce, non schioda correndo a tutta velocità a pochi centimetri dal fondo. Un secondo ed anche questo sogno è infranto. La presa si allenta. Il pesce è andato con tutto l'inchiku e mi torna indietro soltanto un finale semi distrutto.


 Risalgo stanco e sconfitto per la terza volta in due battute, l'adrenalina che sino a pochi minuti prima mi aveva aiutato a tenere la mente lucida ed aveva sovralimentato i miei muscoli ed il cervello adesso è diventata delusione. Si scherza, in barca, per dissipare l'amaro, ma non c'era altro da fare, nessun rimpianto. Riflettiamo, facciamo considerazioni ma noi possiamo solo provare a contrastarli tentando di resistere. Siamo ospiti ciechi del loro mondo ed il vantaggio è tutto loro. "Adesso ti faccio vedere come si prendono" mi dice tra una risata ed uno sfottimento e pare che Nettuno, il nostro dio pagano più evocato lo ascolti davvero. In meno di tre minuti siamo nuovamente in gioco e questa volta l'inchiku preso di mira è quello di Davide, lui però è cattivo, più cattivo di me e non gli dà tregua non ho neanche il tempo di tirare via dal mare il mio, lo sollevo 50 metri dal fondo e passo alla fotocamera per il filmato e poi al raffio. 


Meno di 5 minuti di combattimento, un tiro alla fune esasperato in cui ogni singolo elemento, ogni nodo, giunzione, legatura è messo a dura prova. Protagonisti la mitica Crostage, il BX500N compagno di mille battaglie, un inchiku dei nostri, autocostruito e anabolizzato sino a raggiungere un peso inesistente sul mercato, la treccia Fins da 20 lb,  un terminale dello 0,60 ed il mio compare di avventura. All'altro capo non sappiamo cosa ma lo immaginiamo già. Cinque minuti ed uno dei sogni di sempre è a portata di raffio. 




Lei una regina degli abissi di poco più di 17 chili, ci ha scelti, ha scelto le nostre esche, ci ha voluto affrontare. Siamo ancora increduli quando il bambino che c'è in noi prende il sopravvento e comincia a saltare, gridare, ballare.. Nulla vale più di questo momento, nulla per chi come noi trascorre tanto tempo per mare con tenacia ed ostinazione. Siamo appagati, felici, scattiamo mille foto, riflettiamo sulle motivazioni che ci hanno portato su quello spot nel nulla assoluto e annotiamo ogni istante e condizione nel nostro blocco notes mnemonico. Nel frattempo il mio inchiku sempre là, sospeso nel nulla ed in mezzo al nulla. Lo lascio ricadere verso il fondo per un'ultima cala prima di spostarci due jerkate e siamo di nuovo in gioco. Le ferrate questa volta sono seguite da un inizio di combattimento esasperato, decido anche io di non dare tregua e comincio a forzare piegando la canna oltre il limite, la treccia fuori dagli anelli disegna una corda che taglia l'arco del fusto, il manico piegato ed il mio Accurate BX400N che soffre girando a tutta velocità nonostante la frizione sia tarata ben chiusa. 


Lei, a questo punto è chiaro sia anche questa una cernia, è rabbiosissima, si oppone con tutte le forze e dopo essersi fatta trascinare per una ventina di metri riguadagna il fondo in pochi secondi. "Non mollare!" grida Davide come un allenatore a bordo ring "Teni duro! Fa male ma tieni duro!" Ed è proprio dolore e sofferenza, non mollo nonostante le ripetute fughe recuperando metro dopo metro di quell'interminabile distanza, 160 metri di dubbi, paure, cattiveria. 160 metri in cui è fondamentale essere certi di ciò che si ha tra le mani, di come si siano realizzati i nodi, dei limiti dell'attrezzatura, delle capacità del mulinello, della forza degli ami.. 160 metri in cui non si può pensare a nulla, solo a mantenere la concentrazione e la massima lucidità, metro dopo metro, giro dopo giro, pompata dopo pompata. Un centimetro per volta ma sempre verso l'alto.. Davide, unica persona cui non rinuncerei mai in questi momenti, è al mio fianco e so che si tufferà in mare se necessario. Lo vedo, è pronto con il raffio alla mia sinistra e mi rincuora, il pesce aggalla a dieci metri da noi e lo sento esclamare qualcosa di irripetibile..



 Lei fa davvero paura, immensa, fatichiamo a sollevarla per tirarla in barca. Siamo attoniti, il bambino adesso è silenzioso, non salta, non balla, ci abbracciamo, la guardiamo senza parlare. Le braccia stanchissime non mi consentono di sollevarla o per lo meno sul momento penso sia questo il motivo per cui non riesco, scoprirò poi che pesa quasi 50 chili. Guardo la Crostage, il BN400X caricato con il solito Fins da 20 lb, terminale Seaguar da 0,60 circa, inchiku autocostruito pesante e ben armato. Sono felice oltre misura, adesso so che non esiste niente o quasi che questi attrezzi non possano affrontare. So che non cambierò mai e per nulla al mondo un solo elemento del nostro sistema di pesca, nulla. Siamo esausti, appagati, carichi di emozione e continuare non servirebbe a nessuno. Scattiamo le nostre foto, mangiamo i nostri panini, puliamo il gommone e diamo una sistemata. Non serve parlare, si smonta tutto, si gira la prua per affrontare le due ore di navigazione che ci separano dalla vita in cui saremo costretti a rimanere prima di riprovare a toccare il cielo come oggi.


C'erano, tanto tempo fa, due ragazzi con gli stessi sogni folli, uno di questi scattare una foto seduti sulla prua della loro barca imbracciando una preda che fosse più grande di loro. 


Ci sono oggi due amici, due marinai, due pescatori inseparabili ed un nuovo sogno, esagerato, da inseguire...  
Grazie mare..


19 commenti:

  1. Siete due grandissimi, leggo sempre con piacere quello che scrivi e soprattutto come lo scrivi: la pesca è proprio ciò che racconti anche secondo me, e farne percepire il vero senso è il messaggio ipiù bello che un blog di pesca possa dare.
    Complimenti per queste catture, credo siano il giusto coronamento per lo sforzo e la dedizione che ci mettete

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    1. Ti ringrazio e, come ti scrivevo anche sul forum, sono davvero felice che il senso che tento di dare ai miei report trapeli. Grazie sempre per la stima. :)

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  2. Io non sono pescatrice ma indirettamente vivo insieme a voi i vostri sogni tutti i giorni.....dopo aver letto il report mi sembra di essere stata con voi ed aver vissuto il sogno anche io!!!!
    Sei un poeta!
    Sono felice per i due compari inseparabili!!!
    Debora

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    1. Solo voi, le nostre mogli e le nostre famiglie che seguite ogni giorno la nostra follia, potete aver chiaro quanti sogni ci siano dietro i nostri piccoli successi. Di certo ne dobbiamo una grande parte anche alla vostra pazienza. Non è facile sopportare due pazzi la cui vita sia scandita da ritmi così strambi. :*

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  3. Grande Davide e grande Mattia, catture che si possono prima pensare e poi realizzare solo quando la barba inizia a diventare bianca :-)
    Quando hai tempo e voglia parlaci anche della canna e del suo lavoro con quegl'inchiku pesantissimi
    un saluto
    Paolo

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    1. Ciao Paolo, mi spiace deluderti ma non sono Mattia ma il suo "socio" di blog, Francesco (aka themasterfish) e Davide è il mio compare di caccia :)
      Sulla canna e sul mulinello credo che presto scriverò un close up dato che ormai, dopo tre anni pressocchè ininterrotti di utilizzo con tutte le sollecitazioni possibili e prede di ogni dimensione e carattere, ne possiamo parlare con moltissima coglizione di causa. Mi riferisco alla Crostage ed anche alla Off Blow che utilizziamo in contesti differenti ma con grandi prestazioni.

      A presto e grazie per i complimenti
      Francesco

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    2. Scusami Francesco...per questo che avevo avuto dei dubbi sulla barbetta bianca simile alla mia,non mi ricordavo Mattia barbuto:-)
      Allora i complimenti sono tutti per te :-)
      Quella Crostage e' la Boat Jigging 6 piedi da 180gr?

      Spero un giorno di conoscervi personalmente se non altro per evitare altre gaffes :-)

      Un saluto e ci sentiamo nel prossimo close-up :-)
      Paolo

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  4. Complimenti Francesco, davvero un bel colpo.
    Leggere i tuoi report è davvero piacevole.

    Un saluto e continuate cosi !

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    1. Grazie. Davvero di cuore.. E' una grande opportunità poter condividere con voi amici le nostre sensazioni ed avventure.

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  5. Bravissimi, sono le uniche parole in grado di dirvi.......bravissimi.....

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  6. Ho dovuto stroppicciare i miei occhi, non credevo a quella foto!!!
    Complimenti davvero, un pescione uscito davvero dalla scatola dei sogni.

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    1. Grazie Mimmus.. Proprio così, era un sogno di quelli in cui non si crede neanche un pò ma che si fanno ap rescindere.. :)

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  7. Davvero emozionante leggere i tuoi report....
    Sei riuscito a trasformare in parole le senzazioni che questa magnifica disciplina ci regala ad ogni uscita.
    Complimenti.
    Saluti, Lorenzo.

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    1. Grazie Lorenzo. Amiamo la pesca, il mare, lo rispettiamo e cerchiamo di raccontare ciò che proviamo in ogni istante, da terra o in barca.. Sapere di essere riusciti a farlo è davvero importante e gratificante. Alla prossima.
      Francesco

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  8. THEMASTER-ONE !!!!!!
    UN'ALTRO POST DA ANTOLOGIA EPICA!!!!
    LE TUE PESCATE! LE TUE PESCATE!
    NON SO' QUANTE VOLTE TI HO ISTIGATO A RACCONTARCELE....
    FINALMENTE!!!!
    UN ABBRACCIO
    MARCO

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    1. Hai ragione Marco doc.. E' proprio grazie a te che ogni tanto ne racconto qualcuna.. Alla fine se non condividiamo ciò che ci succede a che serve avere uno spazio? Grazie per avermi convinto a scrivere i miei report, davvero, è soprattutto merito tuo.. Speriamo di poterne fare altri 100.000
      Un abbraccio
      Francesco

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    2. I PESCATORI DI LIVELLO COME TE NON SPERANO!
      SANNO SEMPRE CHE UN'USCITA DI PESCA E' SEMPRE UN QUALCOSA DI NUOVO DA VIVERE E CONDIVIDERE!
      CONTINUA COSI' GRANDE FRANCESCO!!!
      MARCO

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  9. nice catch.. good job..well done..respect from malaysia

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  10. Grazie per avermi fatto sognare ;-) Una storia stupenda e delle riflessioni molto profonde! L'ho sempre detto: " noi Pescatori siamo persone uniche ;-)"

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